Ammettere i propri errori basta?

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Da bambini quando commettevamo qualche marachella correvamo ai ripari temendo la reazione dei grandi. Da grandi le cose sono poi cambiate e abbiamo imparato a prenderci le nostre responsabilità e chi più chi meno, abbiamo imparato ad ammettere i nostri errori.

Ecco, è proprio partendo da quest’ultima cosa che voglio riflettere con te su un aspetto.

Ci hanno sempre insegnato che ammettere i propri errori è sintomo di maturità (e sia chiaro nessuno lo mette in dubbio) ma la domanda è: ci hanno mai insegnato ad ammettere i nostri successi?

La risposta nella stragrande maggioranza dei casi è un secco NO.

Ti voglio riportare una scena tipica a cui sicuramente hai assistito o che addirittura ti ha visto protagonista.

Michele (nome di fantasia) è un uomo in gamba e ogni giorno si impegna nel suo lavoro. Un bel giorno riceve un complimento da un suo collega

“Congratulazioni Michele, so che hai fatto un eccellente lavoro il mese scorso”.

Michele risponde:

“Eh vabbè dai… non è stato poi chissà che. E’ stato solo un colpo di fortuna.

E’ una situazione-tipo estremamente comune ma cosa c’è dietro a questa scenetta? Come possiamo tradurre il comportamento di Michele?

Ecco la riposta: Michele in modo del tutto inconsapevole non fa altro che sminuire se stesso e l’impegno che ha messo per ottenere quel risultato e questo a lungo andare ti porterà a credere realmente che in fin dei conti non sei così speciale e ciò non fa bene alla tua austostima.

Questo modo di fare che ci è stato tramandato senza alcun dolo da chi si è occupato in infanzia della nostra educazione viene ancora di più rafforzato da una società in cui eccellere è quasi da maleducati e nessuno vuol essere maleducato, vero? Sembra quasi che essere nella media, avere risultati nella media, desiderare cose nella media sia cosa buona e giusta.

Adesso facciamo un gioco veloce: rileggi la frase precedente sostituendo la parola “nella media” con i suoi sinonimi: mediocre e modesto. Dopo che lo hai fatto rispondimi a questa domanda:

E’ proprio questo quello che vuoi dalla tua vita?

Se la risposta è No, se vuoi ottenere risultati migliori nella tua vita, sia nella sfera lavorativa che personale allora al prossimo complimento sentiti libero da ogni condizionamento e rispondi con il tuo miglior sorriso e dì

Grazie! I miei sforzi sono stati ripagati

Meno modestia, più umiltà

Già lo so, ti starai chiedendo “ma le più grandi personalità della storia erano umili”
Esatto. Umile, non modesto!
La lingua italiana è piena di vocaboli che nell’uso quotidiano vengono usati un po’ impropriamente: Modestia infatti viene spesso confusa con Umiltà.

Che cos’è la modestia

E’ il comportamento di chi, schernendosi, non sente vanto dei propri meriti.
In poche parole la modestia è come sei con gli altri
Una fase tipica di chi è modesto dopo un successo: mi è andata bene questa volta

Che cos’è l’umiltà

In rete si trovano tante definizioni. Ho deciso di riportarti qui quella che ritengo sia la più esplicativa:
L’umiltà è la virtù che porta alla consapevolezza della propria identità, dei propri limiti e della propria forza.

In definitiva l’umiltà è come sei con te stesso
Una fase tipica di chi è umile dopo un successo: so che ho ancora da imparare

Dunque, adesso spetta a te la scelta. Come vorrai affrontare il tuo prossimo successo, con modestia o con umiltà?

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