Cambiamento, paura e autosabotaggio

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Quanto spavento fa il cambiamento? Lo so che la prima cosa che ti viene da rispondere è “Da quando ho conosciuto la formazione non ho più paura del cambiamento” tuttavia questa è una risposta razionale ad un meccanismo che di razionale non ha nulla.

Semmai la formazione ti ha fatto comprendere che bisogna accettare il cambiamento e che puoi “allenarti” ma la paura è una delle emozioni primordiali ed è lei che governa la “resistenza al cambiamento“.

Cosa facciamo quando abbiamo paura? Adottiamo dei meccanismi di difesa! Quello di cui voglio parlarti oggi prende il nome di autosabotaggio.

Ma cos’è l’autosabotaggio?

Per spiegartelo ti faccio direttamente un esempio. Michele (nome di fantasia) ha promesso a se stesso che avrebbe iniziato a mangiare in modo più sano ma non resiste agli stuzzichini dell’aperitivo, alla birra o ai dolci, e così settimana dopo settimana rimanda la sua dieta.

Potresti essere portato a pensare “se rimanda è perché non lo desidera veramente”… può darsi o forse c’è qualcosa di più profondo.
Magari Michele ha “abbinato” alla perdita di peso il voler avere un aspetto migliore per piacere agli altri e si sta autosabotando perché ha pensato inconsciamente “se poi dimagrisco e continuo a non piacere agli altri? Potrei restare deluso. Meglio una dolce bugia/scusa che una dura verità”.

Cosa farà Michele dopo alcune settimane? Tenderà a incolpare se stesso (o anche gli altri, le circostanze, il mondo crudele o gli extraterrestri) oppure inizierà a raccontarsi qualche scusa e rimandare ancora.Tutte cose che lo allontanano dal suo iniziale obbiettivo.

Ti starai domandando: “ma allora è come se Michele avesse paura del successo?” La risposta è sì, ed è una cosa che capita a molte persone e se estremizzata è una vera e propria fobia (nikefobia).

Facciamo un altro esempio ma questa volta che coinvolge la sfera affettiva.

Teresa (anche questo nome di fantasia), dopo la fine di una relazione non fa altro che ripetersi “non sono in grado di amare”. Tuttavia questa che si definisce tecnicamente una credenza limitante è soltanto un meccanismo di difesa che la mente adotta per paura di soffrire (o far soffrire) ancora.

Quali comportamenti adotterà Teresa quando incontra un nuovo partner? Le possibilità sono ovviamente molteplici e qui riporto solo alcune:

Quando le cose inizieranno ad andare bene, adotterà in modo inconscio tutta una serie di comportamenti che confermeranno la sua iniziale credenza limitante “non sono in grado di amare” e si auto-convincerà che è realmente così e che è giusto non impegnarsi nuovamente in una nuova relazione. Quello che Teresa non sa ancora è che queste azioni sono un chiaro esempio di autosabotaggio dovuto ad una credenza limitante.

Come difendersi dall’autosabotaggio?

Cosa possono fare Michele, Teresa e tutte le persone che si trovano nella stessa situazione? Ecco alcune cose che ti aiuteranno a fare ordine:

  • Comprensione
    Non è una cosa di immediata realizzazione ma identificare l’azione (o le azioni) è la prima cosa. Può essere d’aiuto seguire questo ordine: ambito – azione – motivazione.
    Inizia con l’individuare l’ambito (es: lavorativo), l’azione (es: continui ritardi nelle consegne), motivazione (es: se ho la promozione non so come sarà la mia nuova vita)
  • Sostituzione
    Sostituisci i comportamenti autosabotanti con nuovi azioni potenzianti. ES: hai difficoltà a rispettare i tempi di consegna dei lavori? Lavora insieme ad un collega, potrà supervisionare e supportarti.
  • Decisione
    Ricordarti che a decidere sei tu. Le esperienza passate non sono una condanna da scontare successivamente

In conclusione ti dico abbi cura di te, perdonati se fin’ora ti sei autosabotato/a e coltiva sempre la fiducia nelle tue capacità

 

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